Oggi, 21 gennaio, ho deciso che certi legami vitali non puoi spezzarli. Continuano, seppur in maniere misteriose.
Pensavo che nulla potesse essere più vuoto e triste delle 16:30 di una domenica di gennaio per chi vive in provincia e non è appassionato di calcio, non va a messa e ha già visto tutti i film validi usciti nei cinema di tre diversi comuni durante le ultime settimane: e mi sbagliavo.
Ma del resto, a che è servito picchiare i pugni contro i vetri della tua prima macchina, tanti anni fa?
E chi ti restituirà il tempo sprecato a giocare a carte con dei completi dementi che pretendevano di possedere il libretto di istruzioni del tuo futuro?
O quello ancor più irrimediabilmente perduto in cui hai cercato di riprenderti qualcosa che sapevi già per certo non ti sarebbe mai stata resa (perchè, del resto, "il tempo è un aereo a reazione e si muove troppo velocemente")?
So che dovrei finire quel libro che nessuno leggerà mai, quello che parla di cene, baci rubati, rock&roll, peccati originali, gelosie e di ragazzi perduti che non cresceranno mai abbastanza per iniziare a prendersi sul serio.
So che delle centinaia di domande che ti frullano in testa in un ipotetico momento catartico tiri fuori solo le più banali, forse perfino le peggiori, ma non cambia nulla: la cicatrice resta, ed è giusto così.
Anzi, penso che dovremmo sempre essere grati a chi è ancora in grado di essere il sogno di una notte e l'incontro di un pomeriggio.
Insomma, ostiniamoci a voler bene- ognuno di noi -ai propri colossi emotivi, che la vita ce ne ha regalati pochi (ad alcuni, probabilmente, nessuno).
Il più delle volte lei non è neanche nella mia mente,
non la riconoscerei se la vedessi, è così lontana.
Il più delle volte non sono neanche sicuro
se sia mai stata con me o se sono mai stato con lei.
Il più delle volte sono contento a metà,
il più delle volte so esattamente dove tutto è finito.
Non cerco di ingannare me stesso, non corro a nascondermi,
a nascondermi dai sentimenti che sono sepolti dentro.
Non faccio compromessi e non fingo,
e nemmeno mi importa di sapere se mai la vedrò di nuovo.
Il più delle volte.
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