Non ricordo se stanotte o stamani, ma mi sono alzato per andare a pisciare e mi è venuto in mente che manca davvero poco al concertone modenese di Vasco. Così ho iniziato a rimuginare su questo grande artista che ha deciso di festeggiare i quarant'anni di attività con un evento che ha già polverizzato un paio di record passando attraverso un vespaio di critiche e polemiche che nemmeno un presidente del consiglio a fine mandato conosce.
Vasco è- e forse è sempre stato -un'anomalia, perchè a tutti gli effetti è il rocker italiano per eccellenza, un cantante ufficialmente riconosciuto come un vero e proprio fenomeno di massa da oltre tre decenni, ma, al contempo, vanta una schiera di haters e di prese per il culo da far paura. Insomma, divide e divide molto. Il suo corrispettivo di Oltreoceano (Bruce Springsteen), per dire, a confronto mette molto di più tutti d'accordo.
E poi ci sono io. Io che quando Vasco ricorre nei discorsi ho sempre un po' di timore a difenderlo entusiasta, a zittire i miei interlocutori spiegando che almeno i suoi dischi compresi fra il 1977 e il 1989 (anno di Liberi, liberi) non si discutono ma si amano in toto, o ancora che dopo di quelli ci sono stati almeno un'altra ventina di grandi pezzi e un ulteriore, splendido album di fine millennio (Canzoni per me), e che lui è davvero il più grande rocker italiano di sempre. Non lo faccio, perchè si finisce sempre a discutere: c'è chi lo disprezza perchè non ha mai cantato Bandiera rossa nelle Feste dell'Unità, e c'è chi lo odia perchè riempire gli stadi è un esercizio troppo poco intellettuale agli occhi dei fans di Brunori Sas. A proposito, se volete far emergere i veri subumani fra i vostri contatti di Facebook, scrivete un post critico su Brunori Sas: altrochè offendere Padre Pio! Il risultato è garantito e avrete modo di fare un po' di pulizia virtuale.
In molti, infine, si domandano se questo mastodontico live autocelebrativo rischi di risultare l'ennesimo esercizio di potere e denaro fine a se stesso. E se anche fosse? L'epica scaturita da questa musica promette comunque di durare per sempre, perciò c'è ben poco di cui lamentarsi e ancora meno su cui recriminare. I miei complimenti dunque a chi andrà a Modena. Io non ci sarò, anche se Vasco Rossi mi ha aiutato a capire che amare una persona dovrebbe significare aiutarla a volare e non ad annegare nel letame della sua stessa esistenza. Rispetto ad ogni cantautore venuto dopo di lui e totalmente in contrapposizione rispetto alle odierne "nuove leve" (che non hanno nulla da dire e non muoiono), Vasco è un essere umano che piano piano ha aiutato una fetta consistente del suo pubblico a trovare una voce e un minimo di pace e a risparmiare qualche soldo di psicoanalisi, e lo ha fatto ben prima di cominciare a riempire gli stadi ad inizio anni Novanta. E va bene così. Va bene che in questi quarant'anni abbia pubblicato album mediocri come Stupido Hotel o addirittura insulsi come Buoni o cattivi e Sono innocente (e di contro devo dire che Vivere o niente ha il suo bel perchè). Va bene che da un paio di decenni demandi troppo a Guido Elmi, il quale, se prima aveva uno straordinario orecchio per produrlo, ormai abbonda con kitscherie metal alquanto discutibili. Tuttavia va ringraziato, perchè continua a dire che ci vuole la musica per tenerci la coscienza sveglia e la mente lontana dal dolore e dalla paura che avremo sempre dentro di noi. E ora do il via a un gioco, una boutade che ormai va molto di moda: il totoscaletta, ovvero quella lista di pezzi che vorremmo sentire a un concerto. Anche se al concerto, nella fattispecie, non ci saremo.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
Nessun commento:
Posta un commento