Non propriamente in ordine di preferenza (a meno che "preferenza" non significhi arrivo dalla ribalta della memoria, intensità, persistenza), ma secondo un miscuglio di ordini. Ad esempio, la straordinaria score morriconiana è penultima perchè ho già visto tre volte il film e non mi sembrava urgente porla all'inizio della lista, mentre il decimo gradino di Vinyl è dovuto al fatto che ho finito di raccogliere, selezionare e masterizzare i compact solo ieri pomeriggio.
Dei nuovi album "rosa" firmati Lissie e Lucinda Williams ho già parlato, così come ho scritto del tributo "made in Alligator Records" a Blind Willie Johnson.
La Tedeschi Trucks Band, seppur lontana dagli standard qualitativi raggiunti dal vivo e ancora di più dai dischi del solo Derek, firma il suo miglior album in studio, un lavoro tenero e incentrato sull'immaginario del soul degli USA meridionali, molto meno blues dei due precedenti.
In cima, i Simo, che incidono nella Big House degli Allman (e impiegando anche la Gibson di Duane) un disco di esordio che è il più riuscito, disordinato e affascinante di tutta la lista, all'insegna dei grandi power trio blues degli anni Sessanta.
Fuori tempo ma non fuori lista l'intrigante cofanettone dei Weather Report, qui colti al loro apice artistico e concertistico.
Sto ancora ascoltando Bloomfield e Naftalin chiusi nei Record Plant di New York nel 1973: un bootleg arretrato, bello e necessario.
E poi un altro bootleg, sempre eccezionale sebbene si ponga fuori dalla numerazione della sola Series autorizzata: Dylan e Petty in tour nel 1986. Qualità audio ottima, grazie al lavoro della Rox Vox. Dylan pre-Never Ending Tour sembra quasi divertirsi a fare la rockstar che con chitarra elettrica e chiodo di pelle riempie uno stadio, sbattendo in faccia un repertorio già immortale e obbligando il pubblico ad ascoltare, percepire, sognare cosa è il rock.
Se poi considerate la filosofia di Will Oldham (aka Bonnie "Prince" Billy) povera e i suoi innumerevoli dischetti da venti, trenta minuti poco più che discreti, state alla larga dalla raccolta di outtakes sfornata dalla Domino Records, superflua, certo, ma tanto illusoria da rimanere simpatica e ottenere, senza motivo, il quinto posto.
The Life Of Pablo è, ad ora, il migliore album di hip hop del 2016, nonchè l'unico album hip hop del 2016 che mi sono messo ad ascoltare in maniera seria e sistematica.
Va da sè, per quanto lo abbia ascoltato in rete in scarsa qualità, che gli Avett Brothers abbiano firmato il loro migliore album live.
1- Simo, Let Love Show The Way (Mascot Label Group, 2016)
Dei nuovi album "rosa" firmati Lissie e Lucinda Williams ho già parlato, così come ho scritto del tributo "made in Alligator Records" a Blind Willie Johnson.
La Tedeschi Trucks Band, seppur lontana dagli standard qualitativi raggiunti dal vivo e ancora di più dai dischi del solo Derek, firma il suo miglior album in studio, un lavoro tenero e incentrato sull'immaginario del soul degli USA meridionali, molto meno blues dei due precedenti.
In cima, i Simo, che incidono nella Big House degli Allman (e impiegando anche la Gibson di Duane) un disco di esordio che è il più riuscito, disordinato e affascinante di tutta la lista, all'insegna dei grandi power trio blues degli anni Sessanta.
Fuori tempo ma non fuori lista l'intrigante cofanettone dei Weather Report, qui colti al loro apice artistico e concertistico.
Sto ancora ascoltando Bloomfield e Naftalin chiusi nei Record Plant di New York nel 1973: un bootleg arretrato, bello e necessario.
E poi un altro bootleg, sempre eccezionale sebbene si ponga fuori dalla numerazione della sola Series autorizzata: Dylan e Petty in tour nel 1986. Qualità audio ottima, grazie al lavoro della Rox Vox. Dylan pre-Never Ending Tour sembra quasi divertirsi a fare la rockstar che con chitarra elettrica e chiodo di pelle riempie uno stadio, sbattendo in faccia un repertorio già immortale e obbligando il pubblico ad ascoltare, percepire, sognare cosa è il rock.
Se poi considerate la filosofia di Will Oldham (aka Bonnie "Prince" Billy) povera e i suoi innumerevoli dischetti da venti, trenta minuti poco più che discreti, state alla larga dalla raccolta di outtakes sfornata dalla Domino Records, superflua, certo, ma tanto illusoria da rimanere simpatica e ottenere, senza motivo, il quinto posto.
The Life Of Pablo è, ad ora, il migliore album di hip hop del 2016, nonchè l'unico album hip hop del 2016 che mi sono messo ad ascoltare in maniera seria e sistematica.
Va da sè, per quanto lo abbia ascoltato in rete in scarsa qualità, che gli Avett Brothers abbiano firmato il loro migliore album live.
1- Simo, Let Love Show The Way (Mascot Label Group, 2016)
2- Bob Dylan & Tom Petty, Live On The Radio '86 (Rox Vox, 2016)
3- Tedeschi Trucks Band, Let Me Get By (Universal Music, 2016)
4- Michael Bloomfield & Mark Naftalin, The Record Plant '73 (Shady Grove Records, 2016)
5- Bonnie "Prince" Billy, Pond Scum (Domino Records, 2016)
6- Kanye West, The Life Of Pablo (Def Jam, 2016)
7- Avett Brothers, Live Vol.4 (Repubblic Records, 2016)
8- Weather Report, The Legendary Live Tapes 1978-1981 (Sony Music, 2015, 4 Cd)
9- Ennio Morricone e altri, "The Hateful Eight" Soundtrack (Third Man Records, 2015)
10- AA.VV., Vinyl OST (compilata dal sottoscritto e contenente il meglio delle 42 canzoni comparse nell'episodio pilota della serie HBO spalmato su 2 cd).
Nessun commento:
Posta un commento