Transformers somiglia, purtroppo per lui, al suo autore, Michael Bay: è un film pomposo, barocco, sgradevole e inutile.
Non è il film di intrattenimento con una storia banale ma girato bene: è il blockbuster con una brutta storia e girato male. Dunque, assomiglia alla maggior parte dei blockbuster usciti nelle sale negli ultimi diciassette anni. Inoltre, non inventa niente, dal momento che trae spunto da una serie a cartoni animati nippo-americana di fine anni '80 che a sua volta si ispirava a blablablablabla.
La mia logorrea è sprecata per Michael Bay, scusate.
La realtà è che c'è poco da discutere e poco da comparare. Sono qui a parlare di Pacific Rim di Guillermo del Toro, regista eccezionale, grande produttore, artista di immensa creatività e, da ieri, autore di quello che può essere considerato:
1) il miglior film di robot della Storia del Cinema.
2) il miglior film di kaiju occidentale della Storia del Cinema.
3) il miglior film di intrattenimento di inizio XXI secolo.
Ma la cosa più bella del film- un aspetto che del Toro non nasconde, ma, anzi, fa trasparire volentieri -è l'incredibile susseguirsi di omaggi a due universi che egli ama immensamente: i robot stile Go Nagai (papà di Mazinga Z, Jeeg, Getter Robot) o Hideaki Anno (creatore di un capolavoro come Evangelion) si scontrano con i mostri del cinema di Ishiro Honda "riletti" in un'ottica più occidentale e contemporanea (i kaiju possono colonizzare la terra perchè, complice il buco dell'ozono e altre catastrofi causate dall'inquinamento, per loro è divenuto un pianeta vivibile) e rivisti, a livello fisico, grazie ai mezzi degli effetti speciali odierni. E, parlando di effetti speciali, non possiamo smettere di ringraziare quei genietti di ben sette aziende (fra cui la celeberrima Industrial Light & Magic) per averci regalato 130 minuti di un 3D sublime, oltre ogni aspettativa, senza però far sembrare Pacific Rim l'ennesimo giocattolone diretto dal grande regista di turno.
Questo perchè Pacific Rim è, per prima cosa, esattamente il film che Guillermo del Toro voleva fare: le ombre fantasy de Il labirinto del Fauno si allungano in numerose scene del film, mentre nella bellissima sequenza dentro il portale (due minuti che valgono le tre ore di Avatar) la creatività raggiunge i suoi massimi livelli di anarchia. E fidatevi: una così ampia libertà visiva concessa ad un autore è cosa rara da ritrovare in un blockbuster estivo. Perchè Pacific Rim è molto di più di un banale blockbuster estivo: è il film di intrattenimento attuale, quello che era giusto fare ora ed è giusto andare a vedere ora, quello che mi ha fatto pentire di non avere vent'anni di meno e di potermelo godere ancor più pienamente, quello che mi ha emozionato per ciò che mi ha fatto sentire (la stupefacente colonna sonora di Ramin Djawadi e un montaggio sonoro da Oscar), quello che è l'anti-Transformers, quello dove non c'è il bacio, quello dove non c'è Megan Fox messa lì a mo' di pretesto per tutto ciò che succederà nel film.
E poi Pacific Rim non è un film da nerd: il nerd che lo andrà a vedere si lamenterà e basta, e non si godrà lo spettacolo perchè troppo impegnato a sfogliare l'enciclopedia dei robot giapponesi alla ricerca di ogni citazione contenuta nella pellicola, non farà attenzione a quanto impeccabile sia la regia di del Toro, con i suoi ritmi e il suo montaggio classico e perfetto; non mediterà su quanto questi interpreti sconosciuti (a parte Ron Perlman) funzionino bene perchè un film non lo fanno gli attori, ma il regista; non noterà gli inattesi omaggi a opere come Blade Runner (Hong Kong sotto la pioggia) o Alien (la geniale idea della maternità kaiju, che praticamente "riapre" il film).
Insomma, io mi sforzo da dodici ore di trovare un difetto a Pacific Rim, ma non ci sto riuscendo: e un po' mi preoccupo. Forse ci troviamo di fronte ad un capolavoro del suo genere e ad un grande film in senso assoluto e non ce ne vogliamo rendere conto?
Sarà così per gli altri, ma per me no. Per me, Pacific Rim è un film epico da subito, un'opera che- più di molte altre spacciate per "blockbuster definitvi" negli ultimi dieci anni e poi finite nel dimenticatoio -continuerà a far parlare di sè come di un qualcosa che non solo ha rivisto e rinnovato un genere, ma che ne ha codificato i meccanismi: ed è per questo che già l'imminente Godzilla di Edwards e tutto quello che Hollywood ha in cantiere su robot e affini dovrà fare i conti con il kolossal di del Toro.
Altrimenti, a cosa servirebbero i capolavori?
D'accordo su tutto.... ottima recensione.
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