E' stato un ottobre insolito, pieno di storie e di cose e di luoghi in cui, per un po', ho temuto che non sarei mai tornato. Nei momenti di questo ottobre in cui sono stato bene, lo sono stato perché ho capito di non essere diventato noioso. Nei momenti peggiori, mi sono sentito inutile come uno di questi bauli polverosi e sfondati.
Reduce da un'estate in cui mi sono dovuto fondamentalmente concentrare su di me e ho potuto agire solo presso panorami sicuri ed estremamente limitati, mi sono ritrovato ad avere a che fare con scogliere mediterranee, pinete, misteriose tombe etrusche sulle colline, vie rinascimentali da cui si aprono assurdi squarci di luce, librerie come non se ne aprono più e ancora roba simile. Si tratta di un immaginario (il mio) che continua a funzionare, ma confesso che a volte sento i 29 avvicinarsi e passo a desiderare tutt'altro.
Torno a chiudermi, la fantasia vacilla e l'avventura sembra diventare di nuovo meno importante dei sentimenti. E' un pensiero estemporaneo e personale, ma non penso che sia necessariamente meno importante: credo solo che sia destinata a invecchiare peggio.
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