lunedì 1 ottobre 2018

"I tempi che abbiamo conosciuto", ossia una breve omelia dylaniana per Charles Aznavour (1924-2018) [Extra]

In uno dei peggiori periodi della sua vita artistica e privata, Bob Dylan fu intervistato da Kurt Loder per Rolling Stone. Era l'autunno del 1987 e l'incontro offrì l'occasione al giornalista di domandare a Dylan chi fossero a suo avviso i migliori artisti in circolazione e lui subito additò in Charles Aznavour il più grande live performer che avesse mai visto. 
Inutile sforzarsi di condensare in poche righe cosa sarebbe successo a Dylan nei mesi successivi a quell'intervista, ma basti pensare che, nell'universo dylaniano, Charles Aznavour sarebbe rimasto solo un nome incastonato fra le pagine di quel Rolling Stone fino al primo novembre 1998. Fu allora, al Madison Square Garden, nel pieno decennale del NET e coi tre Grammy di Time Out of Mind ancora belli caldi, che Dylan e i ragazzi si prodigarono nella cover di Les bons moments di Aznavour, presentandola nella versione anglofona (e liricamente superiore) recante il titolo The Times We've Known
Bob Dylan e Charles Aznavour si sarebbero conosciuti, almeno ufficialmente, undici anni dopo a Parigi. In quell'occasione fu anche scattata una foto in cui Dylan sfigurava un po', sembrando vecchio  quasi quanto lo chansonnier, che dal canto suo già veleggiava allegramente per i novant'anni. 
La stessa sera- era l'8 aprile 2009 -il pubblico stipato nel Palais de Congres della capitale francese poté assistere ad una riproposizione di The Times We've Known notevolmente più cupa e "massacrata" rispetto a quella portata in scena a New York nel 1998. Fu un momento emozionante, specie se si pensa che Aznavour sedeva, assieme ad altre vecchie glorie, nella platea vip del Palais, ma il paragone con la precedente versione mi è sempre apparso impietoso.
Charles Aznavour è morto oggi, a novantaquattro anni.

I TEMPI CHE ABBIAMO CONOSCIUTO
(traduzione del sottoscritto di The Times We've Known di Charles Aznavour)

I tempi che abbiamo conosciuto rotolano via
come tracce di vapore nel cielo.
Il meglio e il peggio
sono passati.

Gli anni dei debiti, gli anni del dubbio,
gli anni del "Che cos'è?",
del tener botta, del resistere
del persistere.

Quando la vita era dura e le possibilità poche,
io mi sentivo ricco anche solo avendo te.

E anche se gli altri dicevano che non saremmo durati,
siamo andati avanti per la nostra strada e adesso siamo qui,

ancora insieme attraverso tutto,
ancora insieme memori
dei tempi che abbiamo conosciuto.

Talvolta, gli anni sono stati ricchi e floridi,
altre volte ci siamo basati su una sola speranza.
Abbiamo rubacchiato un po' di noi
nei tempi che abbiamo conosciuto.

Periodi fortunati, qualche brutto momento,
cose divertenti e un po' di errori,
e poi quei sogni che ogni sognatore prende
e fa propri.

Un tempo per ridere, un tempo per piangere,
un tempo per lasciare che il mondo andasse avanti.
E se ci saranno lacrime con cui fare i conti,
nessuno potrà comunque cancellare quegli anni.

I nostri giorni son volati via su ali fragili
ma conserviamo ancora alcune cose che possiamo dire nostre:
i tempi che abbiamo conosciuto.

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