Villains
(Matador Records, 2017)
★½
Lontani da anni dalle loro radici psichedeliche, ormai al di là del deserto e comodamente sguazzanti in uno Stige percorso da torbide onde elettroniche, i Queens Of The Stone Age (QOTSA da ora in avanti) si consegnano anima e corpo (ma soprattutto anima) alle cure di Mark Ronson. Viene fuori Villains, una noiosa trafila di episodi elettropop in tono minore firmati dal gruppo di Josh Homme, che evidentemente negli ultimi tempi se l'è cavata meglio come produttore che come band leader. The Evil Has Landed, estenuante singolo che su disco dura oltre sei minuti, l'ho sentito in radio alcuni giorni prima di Ferragosto: sono rimasto colpito dal suono fluido e cristallino che ne connota ogni secondo e che permea tutto Villains. Sì, perchè, per il palato di chi come me porterà sempre nel cuore Lullabies to Paralyze (uno dei dodici cd che mi accompagnò nella prima vacanza all'estero senza genitori, anno del signore 2005), Songs for the Deaf, Rated R e anche il simpatico Era Vulgaris, qua dentro c'è ben poco. The Way You Used to Do ha tutta l'aria di essere un testo strappato dalle mani di Pupo, passato svogliatamente da una sala prove prenotata (e poi disdetta all'ultimo) dagli Arctic Monkeys e sempre da loro scartato e, infine, consegnato ai QOTSA: musica da pubblicità di automobili coreane. Head Like a Haunted House ricorda i peggiori Kooks (quindi tanto valeva scrivere che ricorda i Kooks), ma ha il pregio di durare tre minuti e mezzo, un aspetto che nel sottobosco stoner potrebbe comportare suicidi di massa, barbarie e anarchia. Domesticated Animals è forse l'unico pezzo divertente e riuscito del disco, sempre allungato con la brodaglia a marchio Korg che permette di continuare a sopravvivere a gruppi come Muse, Placebo, Kasabian, Franz Ferdinand e compagnia, ma almeno spezza un po' il flusso del rompimento di coglioni totale. E poi ci sono i brani più dolci: è in Fortress o Hideaway che il dramma si compie definitivamente, facendo chiedere all'ascoltatore <<Ma quando arriva Chris Martin per il duetto?>>.
Ne ho scritto male, ma in fondo amo i dischi come Villains- che, sono pronto a scommettere, venderà anche un numero più che rispettabile di copie e farà comunque parlare di sè -perchè sono quelli che fanno dannare i puristi, spalancano crisi di identità in coloro che hanno iniziato ad andare per etichette a fine scuole medie e continuano imperterriti su questa strada, senza pensare che ci possa essere un intero mondo fuori dalle loro sicurezze e dalle loro stupidi convinzioni (<<Lo stoner è la musika + bella dl mondo!!!11!!>>). Sono gli stessi individui che dopo le prime puntate dell'ultima edizione di X-Factor (quella con Agnelli in giuria) vagavano disperati chiedendosi chi fossero, da dove venissero e a cosa erano serviti tutti quei soldi devoluti al loro punto di riferimento.
Ad ogni modo, il consiglio è il seguente: lasciate sedimentare; aspettate qualche settimana, se non qualche mese; andate al più vicino concerto che vi offra una fetta consistente di appassionati dei QOTSA e, in generale, di stoner; estraetene cinque a caso da un mazzo di dieci, senza troppo badare a sesso, età, religione; chiedetegli di canticchiarvi il riff di una qualsiasi delle canzoni di Villains e aspettate per vedere che succede.
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