UN PASSO INDIETRO, POI SEMPRE AVANTI.
Comincia ad essere del tempo che non aggiorno il blog. Ho appena finito di cancellare una lunga lista di bozze che cominciavano a starmi strette, compresa la mia cronaca del concerto milanese della Tedeschi Trucks Band (un eventone, per quel che mi riguarda). Da febbraio a ora solo due persone mi hanno chiesto cosa fosse successo al blog, alle recensioni, a me e a ciò che scrivo. Gente che magari, fino a qualche mese fa, aspettava o almeno poteva contare sulle mie ricondivisioni di Facebook.
Va tutto bene, solo che io non cerco per forza consensi. Non sono a caccia di like: a dimostrazione di ciò, il fatto che non scriva mai nulla di ammiccante, modaiolo o simpatico, preferendo quasi esclusivamente l'invettiva, la critica, le riflessioni su argomenti che conosciamo in quattro gatti. Certo, anche io ogni tanto mi abbandono alla battuta di spirito, al turpiloquio, se non direttamente alla bestemmia, ma è solo per poco: anche perchè il bacchettone buonista è sempre dietro l'angolo, pronto a segnalarti alle autorità, così come la gente che commenta nelle bacheche di Facebook solo per il gusto di rompere le palle e far perdere tempo. Con questi ultimi c'è solo una misura da adottare: l'insulto, perchè per il ragionamento o Mark Zuckerberg inizia a pagare o nulla.
a) I più danno la colpa agli hipster (ormai hanno la colpa di tutto).
b) Per forza "ripassano tutto in padella"; ormai tutto è già stato creato, di queste cose non importa più niente a nessuno, ormai o ci abbandoniamo all'emulazione o nulla. Fingo di credere alla prima affermazione, sono straconvinto della seconda, ma di fronte alla terza devo puntualizzare: "l'arte è emulazione", ovvero lo slogan che sta facendo grande il 70% della musica "alternativa" italiana e internazionale, non solo non rispetta la verità, ma può essere scaturito solo da chi non ha mai avuto neanche mezza idea propria in un'intera, inutile vita.
c) Solo in pochi si limitano a sfogliare la lista dei dischi destinati ai negozi e a notare un allarmante vuoto qualitativo. Tanta frittura rifritta nello stesso olio e cara dannata ha portato, evidentemente, a una crisi di questo piacevole evento. L'unico disco di quella fantomatica lista che a me interessava (Betty's Self Rising- Southern Blends Vol. 3 dei CRB) non sembra mai arrivato in Italia e così me la sono cavata con qualche acquisto casuale e il DVD di Rogue One.
Un piccolo inciso: per chi fosse comunque interessato, Betty's Self Rising- Southern Blends Vol. 3 dei CRB è comunque uscito, su doppio cd, oggi in tutto il mondo.
1.
IL RECORD STORE DAY.
Complice il Record Store Day di fine aprile, c'è stato un bel (si fa per dire) fiorire di discussioni sulla musica nel nostro paese. Le lamentele maggiori arrivano dagli operatori del settore: in dieci anni (il primo evento analogo si registrò nel 2007) l'appeal commerciale del RSD sembra drasticamente calato. Da cosa dipende?a) I più danno la colpa agli hipster (ormai hanno la colpa di tutto).
b) Per forza "ripassano tutto in padella"; ormai tutto è già stato creato, di queste cose non importa più niente a nessuno, ormai o ci abbandoniamo all'emulazione o nulla. Fingo di credere alla prima affermazione, sono straconvinto della seconda, ma di fronte alla terza devo puntualizzare: "l'arte è emulazione", ovvero lo slogan che sta facendo grande il 70% della musica "alternativa" italiana e internazionale, non solo non rispetta la verità, ma può essere scaturito solo da chi non ha mai avuto neanche mezza idea propria in un'intera, inutile vita.
c) Solo in pochi si limitano a sfogliare la lista dei dischi destinati ai negozi e a notare un allarmante vuoto qualitativo. Tanta frittura rifritta nello stesso olio e cara dannata ha portato, evidentemente, a una crisi di questo piacevole evento. L'unico disco di quella fantomatica lista che a me interessava (Betty's Self Rising- Southern Blends Vol. 3 dei CRB) non sembra mai arrivato in Italia e così me la sono cavata con qualche acquisto casuale e il DVD di Rogue One.
Un piccolo inciso: per chi fosse comunque interessato, Betty's Self Rising- Southern Blends Vol. 3 dei CRB è comunque uscito, su doppio cd, oggi in tutto il mondo.
2.
LA FUFFA PRIMAVERILE TARGATA GRATEFUL DEAD.
E' passato un anno dalla pubblicazione di Red Rocks, triplo live album dei Grateful Dead registrato in Colorado nel 1978 e fortuitamente giunto fino a noi. A mio avviso, il migliore messo in cantiere dai tempi di Sunshine Daydreams (non gli si avvicina comunque, essendo quest'ultimo la testimonianza diretta del più bel concerto del gruppo e su ciò non transigo), datato 2013. Come accaduto per il 2015, questo 2017 è un anno che ruota molto attorno ai Dead: complice l'uscita di Long Strange Trip (documentario di oltre quattro ore prodotto, fra gli altri, da Martin Scorsese per Amazon Studios), i cinquant'anni dall'uscita del primo album e non so più bene neanche io cosa. Quindi, cosa fa la Rhino? Intanto, pubblica Cornell, 5/8/1977, un concerto insipido, transitorio, a tratti perfino inutile. Da non credere che negli archivi sterminati della più grande american band di ogni epoca non fosse presente nulla di meglio da restaurare e presentare. Che davvero anche in casa GD stiano iniziando a raschiare il fondo del barile? Non che la ATO si stia comportando meglio nei confronti del lascito di Jerry Garcia solista (gli ultimi due volumi dei GarciaLive erano robetta se paragonati anche solo al 6), ma davvero c'è puzza di cacca nell'aria.
E le cose non migliorano neanche se ci spostiamo nel tempio del piacere, ovvero quel continente sempre meno accessibile che risponde al nome di Dave's Picks. Dopo lo spettacolare ventesimo appuntamento contenente l'intera serata del nove dicembre 1981 a Boulder, Colorado, ci siamo dovuti sorbire una copia sbiadita di Sunshine Daydreams registrata a Boston il 2 aprile 1973 e, adesso, un altro concerto del tutto dimenticabile: quello al Felt Forum di New York del 7 dicembre 1971. Bah...
3.
UN AUSPICIO PER CHI VA A VEDERE CAETANO VELOSO A PADOVA DOMENICA PROSSIMA.
Avendo una sola vita e non essendo propriamente ricco, non andrò a vedere Caetano Veloso al Pala Geox domenica 7 maggio (mi sarebbe piaciuto molto sentire la Marcus King Band esibirsi due sere fa in un locale grande quanto il circolo ARCI sotto casa mia, alle porte di Milano, ma il tutto era improponibile). Non ci sarò, ma mi farebbe piacere leggere, il giorno dopo, una recensione che racconta di come abbia presentato tutto Cores Nomes (1982), uno dei suoi grandissimi dischi che, ultimamente, sono tornato a consumare. Facciamo così: anche concedesse solo Queixa, beh, sarebbe il massimo:
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