Dopo aver visto questo video mi sono reso conto di un fatto: la scena musicale alternativa- ovvero quella che dovrebbe essere il baluardo della "resistenza" culturale italiana -è diventata un oggetto di scherno al pari di quella neomelodica. Uno scherno che, peraltro, ritengo ampiamente giustificato.
La clip è stata creata per la pagina Indiesagio, un gruppetto di leoni da tastiera che finisce sempre col supportare e ascoltare i minchioni di cui, nel video, sembrano prendersi gioco. Poi leggo un commento di un utente: "questo video piacerà tantissimo agli interessati e lo gireranno a loro favore". Forse è vero. Torno sulla pagina principale e mi rendo conto che davvero questa finta sigla non è stata tagliata e montata per prendere in giro gli esponenti dell'accozzaglia dell'indie italico.
Insomma, finisco col non capirci niente e sento la nostalgia di un po' di intelligenza. Trovo un'intervista su Reubblica di ieri a Paolo Conte, splendido ottantenne, ambasciatore di una bellezza tutta italiana. Domande di Antonio Gnoli non troppo lunghe e, sorprendentemente, al di sopra della media tenuta da questo quotidiano. E leggere dichiarazioni come «Penso che il passato prossimo invecchi prima di quello remoto» è la giusta ricompensa in questi giorni di facili e patetiche indie-gnazioni nazionalpopolari.
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