Il motivo? Twitter non si è rivelato essere quella splendida piattaforma di democrazia virtuale in cui mi ero registrato nel settembre 2011 (dunque prima di avere un profilo Facebook), nè il social network "alternativo" e geniale di cui avevo parlato anche qui sul blog.
Al contrario di ogni ottimistica previsione, Twitter potrebbe essere il regno dei miei cuggini. Elio insegna che tutti abbiamo un cuggino, e perfino io, figlio di figli unici, ho passato la vita a inventarmeli: gli aneddoti che vedono protagonisti cuggini belli, colti, intelligenti, forti, ricchi e astuti hanno tempestato e continueranno a tempestare le vite di tutti noi, ed Elio ha anticipato di esattamente dieci anni l'essenza dell'utente medio di Twitter. Perchè è un mondo, quello dell'uccellino azzurro che cinguetta, dove tanti miei cuggini si piccano di sapere tutto e zittiscono con arroganza gli altri. Uno specchio falsato con cui mostrarsi al mondo ironici, politicamente corretti, simpatici, coltissimi, esterofili, liberali, poliglotti, superiori.
Su Twitter più che in qualunque altro social network (ma solo per motivi di spazio) tutti si sforzano immensamente di farsi vedere migliori di quanto sono in realtà: così è facile imbattersi in losche universitarie fuori corso che- incuriosite dalla dicitura "comics writer" del tuo profilo -ti domandano se hai mai pensato di scrivere una graphic-novel sulla situazione iraniana. Tu rispondi che preferiresti lavorare con contratto a tempo indeterminato a RAI3, scrivendo sceneggiature per Un posto al sole, al che loro replicano con un <<Non so neanche cosa sia Un posto al sole!>>. In realtà lo sanno bene, anzi benissimo, visto che Twitter è pieno di gente che scrive di essere ad una conferenza sul femminicidio, quando in realtà piange, maxi-coppa di gelato alla mano, di fronte a Un posto al sole. Se però fosse vero che loro non conoscono le soap, i talk show e tante altre cafonate, non sentirebbero l'urgenza di sottolineare una certa lontananza da tutto ciò che risulta troppo popolare e che impedisce loro di imporre il proprio (presunto) spessore intellettuale.
Questo snobismo insostenibile, ipocrita e inutile mi ha spinto a chiudere il mio account, dopo quasi due anni. Tempo perso che d'ora in poi cercherò di impiegare meglio.
Magari guardando Un posto al sole.
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