Da molti anni a questa parte, dedico un'intera domenica di dicembre a un disco e da molti anni il disco è sempre quello.
Si chiama Time out of Mind, ed è un buon modo per tornare a dare un senso, ogni tanto, alle cose.
Si tratta di un album-memento, che muta e cammina al mio fianco. E mi fa riflettere, quindi mi aiuta a star meglio.
Merito dell'intuizione contenuta al suo interno secondo la quale il limite del reale si possa cogliere solo sospendendo il trascorrere del tempo.
Merito della sua lingua definitiva e dell'azzeramento dello scarto percettivo tra suono e vita reale (i rumori d'ambiente con cui si apre Love Sick e i passi che sembrano mescolarsi scientemente alle dodici battute di Highlands).
Merito dello sguardo del Viandante/Poeta protagonista che si posa su questo passato-presente di segni impazziti e di una storia ambientata dentro una mappa geografica che mescola gli altopiani scozzesi con le paludi, le metropoli europee con le piantagioni di cotone.
Merito del potere evocativo e quasi cinematografico- per quel che possa significare -della produzione di Daniel Lanois e dei musicisti chiamati a suonare in studio.
Merito dell'intuizione contenuta al suo interno secondo la quale il limite del reale si possa cogliere solo sospendendo il trascorrere del tempo.
Merito della sua lingua definitiva e dell'azzeramento dello scarto percettivo tra suono e vita reale (i rumori d'ambiente con cui si apre Love Sick e i passi che sembrano mescolarsi scientemente alle dodici battute di Highlands).
Merito dello sguardo del Viandante/Poeta protagonista che si posa su questo passato-presente di segni impazziti e di una storia ambientata dentro una mappa geografica che mescola gli altopiani scozzesi con le paludi, le metropoli europee con le piantagioni di cotone.
Merito del potere evocativo e quasi cinematografico- per quel che possa significare -della produzione di Daniel Lanois e dei musicisti chiamati a suonare in studio.
Ascoltandolo a ventuno anni dalla sua uscita, Time out of Mind può finire col convincere che la musica tradizionale (o forse la musica tutta) abbia definitivamente fatto il suo tempo. Che è un tempo immemorabile, per l'appunto, ma pure un tempo ricolmo di amore, un amore che si fa collante eterno e pulsione e motore di nuove canzoni.
Per me, questa musica è di un'intensità ai limiti dell'imbarazzo. La perfetta colonna sonora per arrivare in qualche posto immaginario e attraversare quel lungo senso di desiderio che costella la vita.
Per me, questa musica è di un'intensità ai limiti dell'imbarazzo. La perfetta colonna sonora per arrivare in qualche posto immaginario e attraversare quel lungo senso di desiderio che costella la vita.
E Time out of Mind è il primo album di Dylan dove amore e paura sono presenti in parti uguali. Non la paura di ascoltare, ma quella di comprendere. Perché non sembriamo più essere noi ad ascoltare queste canzoni, ma sono loro a seguirci e renderci partecipi.
Il motivo è presto detto: siamo nati senza chiederlo e senza volerlo moriremo. Tutti.
Il motivo è presto detto: siamo nati senza chiederlo e senza volerlo moriremo. Tutti.
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