Live 1962-1966- Rare Performances from the Copyright Collection
(Columbia Records, 2018, 2 cd)
★
L'amore incondizionato per Bob Dylan non mi interessa né mi è mai interessato.
Sarà che a me Dylan piace e interessa fin quasi a rasentare l'ossessione, sarà che provo per la sua musica (una musica che, fortunatamente, mi accompagna da quasi metà della vita) un amore fortemente e orgogliosamente condizionato, ma faccio fatica ad accettare una compilation indulgente e miserella come l'appena pubblicata Live 1962-1966.
Nato come recupero "incrociato" fra una serie di cd pubblicati negli USA e spediti per posta a pochi fortunati (insomma, materiale prodotto a mo' del fanclub dei Beatles) e una compilation che la Sony aveva fatto uscire per il solo mercato giapponese anni addietro, questo doppio, anonimo e inutile disco è destinato a far compagnia ai vari Dylan (2007), The Best of Bob Dylan (2005), The Essential Bob Dylan (2000), ecc. Perciò, siamo sicuri che attorno a un musicista di questo livello vadano costruite, nel 2018, determinate iniziative discografiche? A cosa serve, in un'epoca dove assistiamo inermi perfino al tramonto del piacere dell'ascolto, mandare nei negozi un best of che già dalla grafica di copertina andrebbe associato agli scaffali di un Autogrill piuttosto che a un luogo dove si vendono dischi? Non saranno queste "rarità" (molte delle quali invero già note e qualcuna perfino compresa in molteplici capitoli della Bootleg Series) a mutare l'idea che molti hanno di Dylan, ma io tendo a premiare le uscite discografiche sempre e comunque mosse da un minimo di impeto artistico e non solo figlie di un morigerato ufficio stampa. C'è chi obbietterà che le compilation, però, nascono solo dal planning strategico di un'industria specifica, e a costoro- poveri di fantasia e corti di memoria -rispondo portando a esempio due grandiosi esempi di fine artigianato antologico dylaniano: Greatest Hits Vol. II e Biograph.
Ecco, se proprio dobbiamo avanzare dei presunti meriti pedagogici, sforziamoci di ripartire da opere che rispondono a questi nomi e inviamo un pernacchione sonoro e abatantuoniano alla Columbia/Legacy, rea di un simile scempio.
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