Se l'anno iniziasse con la primavera e finisse con l'inverno, sarebbe quanto di più similare a una compiuta metafora della vita: la fregatura è che esiste l'estate, l'unica stagione che non va vissuta, ma sopravvissuta. Nello specifico, il periodo che va dalla notte di San Lorenzo alla fine del mese coincide con la fine di molti nostri sogni, ed è per questo che cerchiamo di non pensarci e occupiamo - quando possibile -il tempo libero con le ferie (che, al netto di tutto, altro non sono che uno strumento del marketing volto a farci spendere tre volte tanto quello che spenderemmo di normale per ottenere lo stesso servizio).
Bene, io quest'anno non vado in ferie, perché non ne ho. Come se non bastasse, la C3, Ginetta, è inutilizzabile, io sono a piedi fin quando il mio meccanico di fiducia non rientrerà dalle vacanze e quella che, per otto anni, ho placidamente considerato l'amore della mia vita sembra aver scoperto di non sentirsela più di costruire nulla di serio con uno come me. Non è sicura, non è convinta, magari non è neanche capace di affrontare quella che, nell'obsoleto rito del matrimonio, definirebbero "la buona e la cattiva sorte". Ad ogni modo, è uscita dalla mia quotidianità con la vigliaccheria e la banalità di chi, col medesimo spirito, sceglie di andare un week-end in montagna salvo poi ricredersi, da ultimo, e ripiegare sul mare.
Tuttavia, neanche tutta l'amarezza e la delusione del momento potranno minare l'idea che ho della notte di San Lorenzo, anche non è mai in realtà il 10 agosto il momento migliore per guardar cadere le stelle (quest'anno, addirittura, il picco di avvistamenti è previsto in ottobre). L'importanza che riveste questa notte è più filosofica che astronomica e si basa sul concetto stesso di desiderio: vedere una stella cadente dà pieno diritto a esprimere un desiderio. Che io ricordi, una sola volta mi è capitato di avvistarne una nella notte di San Lorenzo; era il 2005, quindi in piena fase Before the Deluge (tanto per scomodare Jackson Browne) e nel cuore misticheggiante di un'adolescenza ancora tutta da vivere. Eravamo nel giardino di casa di questa carissima amica, il cielo era limpido e pulito, un vento caldo attraversava l'erba del prato, mentre fra di noi circolava una bottiglia di Bacardi Carta Blanca (ossia quanto di più atroce l'industria etilica potesse offrire in un mondo ancora felicemente libero dalle casse automatiche dei supermercati dove l'acquisto viene interrotto e tu sei costretto a esibire un documento che attesti i tuoi diciotto anni). Mi venne naturale, in quell'innocuo stordimento, fare come tutti, sdraiarmi e buttare un occhio alla volta celeste. Attesi un tempo indefinibile, senza però curarmi di cosa avrei potuto desiderare. Qualcuno, magari aspettando una pioggia di comete simili ai fuochi d'artificio, si stufò velocemente. Fu allora che vidi una scia luminosa fendere un pezzetto di cielo e senza pensarci, spontaneamente e a voce alta ma non altissima, dissi <<Vorrei una vita piena di poesia>>. E poteva un desiderio di una notte simile non avverarsi? Così è stato e alla stella di quella sera non ho nulla da recriminare.
Oggi chiederemmo un accumulo di cose (i più romantici, al limite, potrebbero desiderare un amore di ricambio, un'amante, una moglie, una famiglia), oltre a capire che le stelle cadenti tendono ormai a evocare problemi irrisolti e desideri non realizzati. In questo agosto dal cielo tropicale, l'aria è tutt'altro che tiepida, il cielo talmente nuvoloso da non lasciar intravedere manco la luna e nella Punto con cui sto rincasando funziona solo la radio (che non ho mai ascoltato e non vedo perché dovrei cominciare proprio stasera). Lo sguardo rimbalza fra la strada e il cielo, spengo la deleteria aria condizionata e abbasso i finestrini. Accantono la rabbia e i brutti pensieri, sicuro del fatto che, fin tanto si è vivi e si hanno progetti da realizzare, certe stelle cadenti non ci abbandonano.
A casa, ascolto in cuffia la più bella canzone mai scritta sull'argomento e vado a dormire.
Oggi chiederemmo un accumulo di cose (i più romantici, al limite, potrebbero desiderare un amore di ricambio, un'amante, una moglie, una famiglia), oltre a capire che le stelle cadenti tendono ormai a evocare problemi irrisolti e desideri non realizzati. In questo agosto dal cielo tropicale, l'aria è tutt'altro che tiepida, il cielo talmente nuvoloso da non lasciar intravedere manco la luna e nella Punto con cui sto rincasando funziona solo la radio (che non ho mai ascoltato e non vedo perché dovrei cominciare proprio stasera). Lo sguardo rimbalza fra la strada e il cielo, spengo la deleteria aria condizionata e abbasso i finestrini. Accantono la rabbia e i brutti pensieri, sicuro del fatto che, fin tanto si è vivi e si hanno progetti da realizzare, certe stelle cadenti non ci abbandonano.
A casa, ascolto in cuffia la più bella canzone mai scritta sull'argomento e vado a dormire.
Ho visto una stella cadente stanotte
e ho pensato a te.
Cercavi di entrare in un altro mondo,
un mondo che non ho mai conosciuto.
Mi sono sempre domandato
se tu ce l'abbia fatta.
Ho visto una stella cadente stanotte
e ho pensato a te.
Ho visto una stella cadente stanotte
e ho pensato a me,
se ero ancora lo stesso
se sono mai diventato quello che volevi io fossi.
Ho mancato il bersaglio oppure
ho oltrepassato la linea
che solo tu potevi vedere ?
Ho visto una stella cadente stanotte
e ho pensato a me.
Ascolta il motore, ascolta la campana.
Mentre l'ultimo veicolo dei pompieri dall'inferno
passa velocemente, tutte le persone buone stanno pregando.
E' l'ultima tentazione,
la resa dei conti,
l'ultima volta che potrai sentire il sermone sulla montagna.
L'ultima radio sta suonando.
Ho visto una stella cadente stanotte
scivolare via.
Domani sarà un altro giorno.
Suppongo sia troppo tardi per dirti le cose
che avevi bisogno di sentirmi dire.
Ho visto una stella cadente stanotte
scivolare via.