Vorrei spendere due parole sul numero zero di Flash pubblicato due mesi fa dalla RW. Pur conoscendo a grandi linee questo camaleontico personaggio, è la prima volta che mi soffermo con calma su due sue storie, e devo dire che è un fumetto scritto divinamente. Soprattutto Ombre sotto il sole (di J.Byrne e M.Danza, edita nel 1998) mi ha entusiasmato. Bravi editori della RW ad aver approntato questo "albo speciale da collezione" (così recita la scritta sulla copertina), unendo due periodi di Flash talmente diversi da suscitare l'impressione, quando si è finito di leggere l'albo, di aver avuto a che fare con due supereroi totalmente distinti.
giovedì 22 marzo 2012
mercoledì 21 marzo 2012
Perchè "la quinta stagione"?
A chi viene da me e mi dice [con aria strafottente, già sapendo che i miei blog non durano niente] <<Ah, ho visto il blog di quest'anno. Ma...senti...come mai La quinta stagione?>>. La mia risposta è semplice: il numero 117 di Dylan Dog si intitola così. Non è la mia storia preferita, e tantomeno è una delle migliori; tuttavia, il titolo mi piace. E'come quando si parla di quarta dimensione, è l'uscire fuori dagli schemi numerici cui la fisica e la natura ci hanno abituati. Tutti sappiamo che le dimensioni sono tre, come le stagioni sono quattro, eppure nessuno ci può impedire di credere ad una quarta dimensione o ad una quinta stagione. Mi spiace, dunque, per coloro che hanno ricollegato il titolo del blog al disco di Cristina Donà, una cantante che si lascia ascoltare, ma che non apprezzo al punto di trarre ispirazione da un suo album per il titolo del mio blog. Senza rancore, Cristina.
[In memoria di] Tonino Guerra
Premetto che odio i necrologi.
I bravi sceneggiatori cinematografici sono sempre esistiti: del resto, sono loro che creano il film, che danno un'impronta precisa alla storia e che si alleano con il regista per raffigurare al meglio ogni sfumatura di ciò che la loro mente ha concepito ab origine. Stanotte, con Tonino Guerra, è morto un bagaglio di sfumature immenso, una valigia dei sogni che è passata fra le mani di Antonioni, Fellini, Tarkovskij e Anghelopoulos. Con gli ultimi due, in particolare, Guerra ha attraversato prima la maturità e poi la vecchiaia artistica, sempre scrivendo storie poetiche a fianco di altri grandi poeti. Dobbiamo a lui il merito di aver accompagnato Tarkovskij a giro per l'Italia (come si vede nel documentario dei contenuti extra di Nostalghia, da cui è tratta l'immagine che ho inserito), alla ricerca di quei luoghi fatati che avrebbero contribuito a conferire al film l'appellativo di poema visivo. Così come suoi sono i personaggi e gli ambienti di tanti capolavori girati da Anghelopoulos negli anni novanta e duemila (su tutti, Il passo sospeso della cicogna e La polvere del tempo).
Noto con profondo dispiacere che i siti web (o addirittura i giornali) che lo stanno "ricordando" costellano le loro pagine con le fotografie di questo signore basso e baffuto, dallo sguardo simpatico, colto mentre tiene in mano un telefono cellulare ed esclama qualcosa. Si tratta della pubblicità della catena di negozi Unieuro, che è il film grazie a cui la maggior parte della gente conosce Tonino Guerra. Non grazie ai suoi libri di poesie, ai suoi quadri, alle sue sculture o ai film che ha scritto, ma ad uno spot che, fra l'altro, lo faceva apparire come un qualsiasi antipatico vecchietto che ha appena scoperto le nuove tecnologie. Si tratta di uno dei tanti piccoli orrori quotidiani del nostro tempo, a cui ormai siamo abituati, ma che non finiscono mai di stupirci.
I bravi sceneggiatori cinematografici sono sempre esistiti: del resto, sono loro che creano il film, che danno un'impronta precisa alla storia e che si alleano con il regista per raffigurare al meglio ogni sfumatura di ciò che la loro mente ha concepito ab origine. Stanotte, con Tonino Guerra, è morto un bagaglio di sfumature immenso, una valigia dei sogni che è passata fra le mani di Antonioni, Fellini, Tarkovskij e Anghelopoulos. Con gli ultimi due, in particolare, Guerra ha attraversato prima la maturità e poi la vecchiaia artistica, sempre scrivendo storie poetiche a fianco di altri grandi poeti. Dobbiamo a lui il merito di aver accompagnato Tarkovskij a giro per l'Italia (come si vede nel documentario dei contenuti extra di Nostalghia, da cui è tratta l'immagine che ho inserito), alla ricerca di quei luoghi fatati che avrebbero contribuito a conferire al film l'appellativo di poema visivo. Così come suoi sono i personaggi e gli ambienti di tanti capolavori girati da Anghelopoulos negli anni novanta e duemila (su tutti, Il passo sospeso della cicogna e La polvere del tempo).
Noto con profondo dispiacere che i siti web (o addirittura i giornali) che lo stanno "ricordando" costellano le loro pagine con le fotografie di questo signore basso e baffuto, dallo sguardo simpatico, colto mentre tiene in mano un telefono cellulare ed esclama qualcosa. Si tratta della pubblicità della catena di negozi Unieuro, che è il film grazie a cui la maggior parte della gente conosce Tonino Guerra. Non grazie ai suoi libri di poesie, ai suoi quadri, alle sue sculture o ai film che ha scritto, ma ad uno spot che, fra l'altro, lo faceva apparire come un qualsiasi antipatico vecchietto che ha appena scoperto le nuove tecnologie. Si tratta di uno dei tanti piccoli orrori quotidiani del nostro tempo, a cui ormai siamo abituati, ma che non finiscono mai di stupirci.
martedì 20 marzo 2012
Una Sorta di Introduzione
Ad oggi, ho avuto due terribili esperienze in fatto di blog. La prima, ai tempi del liceo, quando dalle mie parti la linea ADSL era ancora un lusso per pochi, ma io riuscii, con gran fatica e frastornato da mille dubbi, a ritagliarmi un profilo nell'allora Msn Messenger (poi Windows Live Messenger) con rispettivo blog. Il blog di 7erru ebbe (fortunatamente) vita breve e risultò essere uno dei più grandi fallimenti della mia vita. Anche su Braccio di Ferru, maldestramente approntato proprio su Blogspot la scorsa estate, ho lasciato solo due post orrendi. Il mio impegno, dunque, si traduce semplicemente nel tentare con tutte le forze di superare i due post. Speriamo bene...
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